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In ricordo di don Pino

By 8 Gennaio 2021No Comments

Nel giorno di Santo Stefano è venuto mancare un grande uomo ed un grande avisino. A dispetto dei suoi numerosi titoli, per tutti era e rimarrà sempre “don Pino”. All’anagrafe fu registrato con il nome di Giuseppe Maria Covelli quando, era il 1927, venne alla luce nella città di Crotone. È nato con l’Avis e con l’Avis ha condiviso la sua vita fino all’ultimo accettando, dopo non poche insistenze, la carica di Presidente onorario della sua creatura. Si, perché l’Avis era ed è sempre rimasta una sua creatura. In occasione del 50° anniversario della sede comunale Avis di Crotone gli è stata consegnata una targa con l’epigrafe “Grazie per aver fatto dell’Avis la Sua e la nostra famiglia” frase che apprezzò moltissimo, commuovendosi, ed ogni volta che mi è capitato di incontrarlo mi ringraziava sempre per questa frase che, diceva, lo gratificava molto.

Nel 1960 subentrò ai soci fondatori per inaugurare un lungo periodo di gestione dell’AVIS Comunale di Crotone che durò sino al 1993, quando lasciò quella carica (cui nel frattempo era subentrata anche quella di presidente provinciale) per fare spazio ad altri.

Fu anche fra i fondatori dell’AVIS Regionale della Calabria di cui era, ormai da tempo, l’unico testimone ancora in vita.

Don Pino è stato una di quelle figure in grado di connotare un’intera comunità che gli si è dimostrata grata dedicandogli una giornata di lutto cittadino in occasione della celebrazione, giorno 28 dicembre alle ore 10:30 nella Basilica Cattedrale, delle sue esequie. L’Avis è stata presente, e non poteva essere altrimenti, con il presidente comunale, professoressa Ermelinda Gaetano, il presidente provinciale, avvocato Pietro Vitale, il segretario regionale, professore Giuseppe Perpiglia, ed il professore Franco Rizzuti, che insieme a Luigi Cassano, ricevette il testimone da don Pino, proseguendone egregiamente l’opera. Alla cerimonia erano anche presenti numerosi avisini.

Don Pino non aveva un carattere facile nel senso che non cercava il compromesso a tutti i costi per un tranquillo, quanto ipocrita, quieto vivere, ma era solito chiamare le cose con il proprio nome, chiunque fosse il soggetto coinvolto. Era infatti rispettosamente temuto dalla curia e dalla politica.

È stato un uomo di cultura, e non solo per la laurea, per il suo impegno come docente e per le sue pubblicazioni, ma soprattutto perché la sua cultura non l’ha tenuta per sé, lasciandola inaridire, ma ne ha fatto fonte viva e feconda per tutti coloro che entravano in relazione con lui. Questo non lo ha mai inorgoglito, infatti ha continuato a intrattenere con tutti rapporti basati sull’umiltà, sulla disponibilità e sulla vera accoglienza misericordiosa.

L’Avis di Crotone deve impegnarsi a fondo per raccogliere la grande ed impegnativa eredità di cultura solidale lasciatele da don Pino, deve fare tesoro dei suoi insegnamenti che impartiva con un’autorevolezza leggera, ma dalla quale non ci si poteva sottrarre.

È stato definito, dal vescovo S.E. Angelo Raffaele Panzetta, il sacerdote della parola e dell’apertura all’altro. Il suo stigma è stata la passione che metteva nella sua missione di prelato e di cittadino attivo, ma ancora di più nelle relazioni personali. Don Pino è stata una persona che ha sempre operato il bene, coltivando i valori della generosità e dell’altruismo, per cui non morirà mai, perché continuerà a vivere nel cuore della sua amata comunità.

Giuseppe Perpiglia

 

 

 

 

aviscalabria

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